giovedì 23 settembre 2010

SubVolley!

L'inno ufficiale dei Campionati del Mondo di Pallavolo 2010

domenica 22 agosto 2010

Lettera ai bambini

Le cose difficili

E' difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
regalare una rosa al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi

(Gianni Rodari)

lunedì 9 agosto 2010

Sabotare e risparmiare....

Sul sito della Codacons è disponibile un elenco aggiornato dei distributori di benzina indipendenti:

http://www.codacons.it/area_download/DistributoriIndipendenti.htm

giovedì 22 luglio 2010

Dal 1945....

Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.

di Elsa Morante. Lo scritto, del 1° maggio 1945, è in Pagine autobiografiche postume, pubblicate in “Paragone Letteratura”, n. 456, febbraio 1988.

sabato 19 giugno 2010

SOLIDARNOSC

Questa è la lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai compagni di Pomigliano in procinto di votare se accettare o meno l’accordo ammazzadiritti che stabilisce le condizioni imposte dalla Fiat per riportare in Italia la produzione della Panda oggi effettuata nello stabilimento polacco.

su Liberazione del 19 giugno 2010

«La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli altri. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d’Europa e non sono ammesse rimostranze all’amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend).
A un certo punto, verso la fine dell’anno scorso, è iniziata a girare la voce che la Fiat aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L’anno scorso, per esempio, ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.
Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo “Giorno di Protesta” dei lavoratori di Tychy non sarà educato come l’anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?
Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.
In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla Fiat che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro.
Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.
E’ chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.
Per noi non c’è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l’azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.
Lavoratori, è ora di cambiare».

martedì 8 giugno 2010

Antifa



Un ritorno graditissimo. I 99 Posse stanno per lanciare il loro nuovo disco e nel frattempo potete scaricare liberamente il singolo "Antifa".

ANTIFA
(L. Persico, M. Messina, M. Iovine, S. Ricci)

Siamo solo esseri umani a cui è molto cara la vita
ci sono in giro dei fascisti che son pronti a farla finita cu' nuje
e con chiunque non si adatti al loro barbaro stile di vita ma nuje
noi non ci adattiamo non indietreggiamo
combattiamo per salvarci la vita
e vuje?
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NON TI NASCONDERE SE SEI
ANTIFA SIAMO UN ESERCITO RIBELLE
ANTIFA CHE COMBATTE PER LA SUA PELLE
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NOI PROMUOVIAMO CONVIVENZA
ANTIFA CONTRO RAZZISMO E PREPOTENZA
ANTIFA LEVATE 'A MIEZO SE NON SEI
ANTIFA
Non siamo noi che per la strada andiamo in giro sempre in gruppo ed armati guagliù
non siamo noi che ci proteggono la polizia e i servizi segreti, e a vuje?
non siamo noi che promuoviamo l'odio e poi vendiamo falsi rimedi, no nuje
noi siamo qui che resistiamo noi non abbocchiamo
e non vogliamo gli indecisi tra i piedi
nun è quistione 'e vattere ma 'e se sape' difendere
tanto nun c'o 'ccattammo nun ce pruvate a vennere
nun è quistione 'e vattere ma 'e se sape' difendere
tanto nun c'o 'ccattammo nun ce pruvate a vennere
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NON TI NASCONDERE SE SEI
ANTIFA SIAMO UN ESERCITO RIBELLE
ANTIFA CHE COMBATTE PER LA SUA PELLE
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NOI PROMUOVIAMO CONVIVENZA
ANTIFA CONTRO RAZZISMO E PREPOTENZA
ANTIFA LEVATE 'A MIEZO SE NON SEI
ANTIFA
siamo i gay le lesbiche siamo i nordafricani siamo ebrei musulmani
siamo vestiti strani siamo ispanici e romeni siamo rom siamo slavi
simme napulitani e faticamm' a milano
mariuoli, comunisti, tossici e disoccupati
al di la se abbiamo scelto o se ci siamo nati
siamo tutti diversi e se vere siamo diversi e facimmo 'o vero
singolare associazione
fascismo e libertà
se tu associ queste cose
fratelli' ti 'a fa cura'
il fascismo non è libertà il fascismo è 'na minaccia
e si uno nce minaccia
frate' nuje 'o damo 'n faccia
liberi 'e cumanna'
'e nun te fa' parla'
benvenuti nel regime delle loro libertà
liberi 'e te 'mbruglia'
e pure 'e te spara'
chi dice non al regime grida in coro
antifa
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NON TI NASCONDERE SE SEI
ANTIFA SIAMO UN ESERCITO RIBELLE
ANTIFA CHE COMBATTE PER LA SUA PELLE
ANTIFA ALZA LE MANI SIAMO NOI
ANTIFA NOI PROMUOVIAMO CONVIVENZA
ANTIFA CONTRO RAZZISMO E PREPOTENZA
ANTIFA LEVATE 'A MIEZO SE NON SEI
ANTIFA

martedì 1 giugno 2010

Le parole sono importanti....


Rispetto delle opinioni, libertà di stampa, giornali di partito..........ok...ammettiamo tutto.
Ma questo linguaggio e' una vergogna. Un'arma mediatica. Un prologo a una guerra.

Consiglio a questi signori di ripartire da zero, l'ABC, poi BabyTV (canale 620 di Sky), e infine qualche filastrocca di Gianni Rodari.
Forse qualche briciola di sensibilità da coltivare è rimasta.

domenica 16 maggio 2010

Gioia!

Laicità, spiritualità, cultura, tradizione, antropologia, poesia, musica.....
Non manca davvero nulla in questa canzone.
La neo-mamma ministra farebbe bene a discutere meno con i suoi adepti di quanta troppa"Resistenza" ci sia nei libri di testo e a preoccuparsi di meno delle mamme, non ministro, che tardano a ritornare a lavoro.
Volete idee nuove? Volete piu' cultura? Insegnatela ai ragazzi....



Questa canzone a mio avviso potrebbe riunire l'Italia, da Sud a Nord, ad ogni livello sociale, in ogni sostrato culturare, in ogni singola persona che si specchia nella sua Storia e rivede un pezzo della sua vita.

GIO-IA!...GIO-IA!!...GIO-IA!!!

domenica 25 aprile 2010

La gente del Nord.....

La gente del nord è stanca....la gente del nord ha deciso...la gente del nord vuole...
iniziano quasi tutte così quelle poche frasi in italiano corretto, pronunciate da un razzista illuminato che ha scambiato il Governo per una compravendita di rendite politiche e beni demaniali... - "dammi la pianura padana, che ti lascio gli lascio gli stralci di zone rosse", "assecondami il canditato Veneto che la Lombardia resta tua...."

Voglio provarci anch'io ad iniziare una frase così e vedere l'effetto che fa...

"La gente del nord dovrebbe guardare dritto negli occhi gli extracomunitari a cui paga gli stipendi"

"La gente del nord negli anni 80 discriminava i meridionali, chi sarà discriminato tra 10 anni, quando i figli degli stranieri parleranno tutti in dialetto lombardo?....Bisogna spingere assolutamente per ottenere nuovi flussi migratori"

"La gente del nord ha scambiato i banchetti della Lega nei mercati rionali, per le battaglie per i diritti e i decenni di lotta sindacale e politica portati avanti dal PCI negli anni passati"

"Le gente del nord ha tanta paura, e sulle paure e le debolezze edificano le politiche dei 'capri espiatori' e delle scissioni anticostituzionali "

"La gente del nord deve sapere che le tasse al sud sono le stesse e spesso maggiori, le dfficoltà al sud sono le stesse e spesso maggiori, gli onesti e i lavoratori al sud sono la stragrandissima maggioranza, proprio come al nord"

"La gente del nord è un'Italia che di fatto non esiste "

"La gente del nord è a meno di 3 ore di treno dalla gente del sud"

"la gente del nord e la gente del sud sono una nazione"

"la gente del nord festeggia il 25 aprile, proprio come la gente del sud"


Buon 25 aprile a todos....

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra
Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e
la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché
lì è nata la nostra costituzione »
(Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955)

venerdì 16 aprile 2010

Chiedere scusa

Lo faccio io per prima e sogno che milioni, dopo di me,
possano far uso di una volontà, seppur meccanica,
efficace e per una volta che ci sollevi e dia leggerezza al vivere e alla coscienza.
Si potrebbe ad esempio, e per iniziare, "chiedere scusa"
e poi lottare perchè "un'altra volta" non ci sia più.

Chiedere scusa al lato scuro del fiume Lambro, al mare tirreno sommerso dalle navi, ai coralli dell'oceania grattati via da eliche aliene.
Chiedere scusa a questa famiglia, e al loro piccolo, magari, offrire un bel cesto di sardine di bentornato.
Si dovrebbe chiedere scusa agli operatori della Pace, perche' la loro non e' una belligerante missione.
Dire per una volta "Mi dispiace" a chi ogni giorno rischia per la pRoDuzIOne(!!) e come un funambulo rischia sulle impalcature sostenute dai bassi costi di gestione e dai controlli a fasi alterne.
Scusarsi, di avere dopo 60 anni, riportato in voga lo stile insinuante di "taci il nemico ti ascolta" con un piu' commovente "l'amore vince sull'odio e sull'invidia".
Si dovrebbe chiedere scusa al mondo intero e accettare di non essere perfetti, perche' gli uomini anche se in abito talare, restano uomini. La perfezione, si sa, non è terrena, nè vaticana.
Scusa, scusa, scusa...parola "libertà" , perche' solo degli sporchi razzisti possono darti connotazioni geografiche e giustificare politiche di secessione bistrattando il tuo lato nobile.

Non è troppo tardi per farlo, e' un'occasione da non sprecare l'appuntamento con noi stessi. Una parola a volte vale una vita, magari quella che viene dopo di noi.

lunedì 5 aprile 2010

Fonte: Peacelink.it Telematica per la Pace

Vi sono canzoni in cui il camorrista è dipinto come un eroe, un condottiero con folle di ragazzi con sé

"Il mio amico camorrista"

In un’affollata sala, accolto da un affettuosissimo applauso, lo scrittore Roberto Saviano riesce a ridere insieme al pubblico parlando dei "cantanti neomelodici". Ma invita a non trascurare un sud vitale e dolente e soprattutto i suoi giovani
4 aprile 2010 - Lidia Giannotti
Lo aveva annunciato poco prima della conferenza, durante la diretta dalla Festa del libro trasmessa da Radio3 Suite: “Parlerò stranamente di qualcosa di divertente”. Accolto nella sala Sinopoli con calore, Roberto Saviano ringrazia il pubblico e anche la scorta che non si è arrabbiata per l’invito accettato. Poco abituato a vedere tante persone, si dice contento che ci si possa guadare negli occhi. Quindi passa a raccontare il Sud attraverso la musica – il tema della conferenza – che significa in questo caso presentare i cantanti neomelodici e dar loro la parola. Naturalmente grazie a You Tube. E’ un fenomeno che ha al suo centro Napoli, ma non si ferma a questa città. Questi cantanti hanno un successo invidiabile e un mercato anche nelle altre regioni del sud, come la Calabria o la Puglia.

Si comincia subito con una stranezza che fa sorridere: “Questi cantanti si autofalsificano…”, immettono sul mercato migliaia di loro falsi CD, sconfiggendo così la concorrenza dei pirati.

Sono voci forti, veri professionisti, ma... “non crederete alle vostre orecchie...”, aggiunge. E in effetti le canzoni hanno dell’incredibile! Lo scrittore proietta alcuni video rintracciati su You Tube.

Il mio amico camorrista

La prima canzone che ascoltiamo la canta Elisa Castaldi e si chiama “Il mio amico camorrista”. Nel video le immagini ruotano intorno a un giovane di bell’aspetto e occhiali scuri e la cantante funge da narratrice. Il camorrista è un eroe, segnato dal suo destino di condottiero. Ha folle di ragazzi con sé. “Bastano due parole: andate là… E’ un uomo pieno di qualità...” (le risate in sala sottolineano i passaggi più suggestivi). “Con la paura e col coraggio va a braccetto. Rischia la vita e la libertà”.

Su Youtube "Il mio amico camorrista" lo si può ascoltare qui:

http://www.youtube.com/watch?v=WTd4C8pmNtg

(le immagini sono state aggiunte da trashopolis.com con una eloquente traduzione dal napoletano all'italiano).

Anche il secondo pezzo, “O killer”, non è da meno. Lo canta Gianni Vezzosi: “Inizio questa giornata facendo male a questa città... Uccido questo o quello... Del denaro che me ne devo fare? Non posso stare insieme ai figli e a mammà!” Il killer tornerebbe indietro, ai tempi in cui per strada non doveva avere paura. E’ stanco e non vuole più essere comandato, tiene la famiglia che lo aspetta... Si capisce però che quello che importa non è uccidere o non uccidere: il killer, solo e poco libero nei movimenti, in fondo lamenta un problema tecnico.

In qualunque altro posto una cosa simile sarebbe impensabile. Anche in un dialetto diverso l’autobiografia del killer suonerebbe stonata, e sarebbe inconcepibile concepire un accostamento così diretto tra l’immagine di un assassino e il tenero pensiero della casa e dei bambini.

Questa prima inquietante trilogia si conclude con “Nu latitante”, di Tommy Riccio. Oltre 780.000 clik (ascolti), al momento. Si racconta la stessa sofferenza del killer, la valigia fatta in fretta, il ricordo di un amore da cui ci si separa, gli occhi dei bambini. “Nu latitante non tiene più niente, l’ultimo amico diventa importante… per portare un regalo a chi aspetta a papà”. Poi c’è il dialogato: i bambini, tristi, ricevono il regalo, la mamma risponde alle domande e poi piange, il ricordo dell’ultima domenica in famiglia si affaccia in bianco e nero, splendidamente descritta in poche immagini: la sveglia con il caffè, i bimbi nel lettone...

Fammi la carità … non mi svegliare!

Si passa a temi più leggeri. Un padre rimprovera bonariamente il figlio prendendo spunto dalla descrizione della bella fidanzatina, per i cui occhi il ragazzo si è perso e ”sta comprando Napoli”. Insomma sperpera i soldi guadagnati dal padre (il titolo della canzone è “Bancomat ogni mattina”). Però non è un delinquente. “Io sono già contento che non mi fai piangere. Sono fiero di te”. Addirittura fiero! La canzone successiva (di Ciro Rigione) si chiama spudoratamente “Odio lavorare”. Descrive la tortura del risveglio ogni mattina e il sogno di passare giornate oziose insieme ai propri simili, altrettanto ispirati.

In queste canzoni ci sono feste, passioni, difetti e gesti familiari. Alcune mettono insieme anche nel titolo musica, macchine e donne, stereotipi e vecchi pregiudizi. Le ragazze che non cedono sono le regine di alcune canzoni di Gigi D’Alessio; poi ci sono quelle legate per sempre che non si libereranno facilmente. “Anna si sposa… già tene ‘a casa” (risate nervose in sala di chi non riesce a trovarne una). “Se davvero ti sposi in chiesa con un altro fai scemo a Gesù…”. La gelosia rispecchia dinamiche che hanno a che fare con il controllo, non con l’affetto.

Per fortuna le cantanti svolgono di solito una funzione modernizzatrice, dipingendo donne indipendenti e sessualmente liberate.

Ma l’uomo ideale è sempre legato a un modello di machismo e successo sessuale, e a una nuova ossessione estetica che si ritrova nella cura che alcuni boss mostrano in carcere per la propria persona, per le mani soprattutto, tenute lontane da occupazioni umili.

Altre canzoni, in modo divertente e un po’ ossessivo, si occupano di sms, videochiamate e cinesi sparsi per i vicoli. Immagini nuove si mescolano ad antiche suggestioni, a frasi della tradizione come “anima e core”, il cellulare viene tratto dal seno come una volta le lettere più preziose. E dentro i vicoli si gira su piccole moto clandestine, quelle che i cinesi regalano ai figli dei boss come omaggio per l’appoggio che consente loro il controllo del porto di Napoli.

Le canzoni a cui siamo abituati - diciamo normali – descrivono una vita lontana del reale (difficilmente parlano di lavoro, di “fatica”, come si dice qui). Queste canzoni “esagerate” entrano invece nella quotidianità e innescano un processo d’identificazione. Il pathos di un uomo che si sottrae all’arresto saltando da una finestra non è poi così lontano dalle esperienze delle persone. Siamo dentro una trattato di sociologia.

La distanza dei media

I grandi media – sottolinea Saviano – sono molto lontani, e così tanti intellettuali. Anzi, si può dire che più in generale non raccontano di noi, né di quello che sta succedendo. I cantanti neomelodici in ogni caso hanno occhi attenti sul mondo e vale la pena di prestare loro attenzione.

I media tacciono anche su altri fatti. Dopo una sparatoria o un’esecuzione, ad esempio, i morti vengono spesso dimenticati. Molti sono giovanissimi, uccisi per errore o per far arrivare a destinazione un messaggio. Non è sempre un caso, spesso la notizia viene “congelata” ingenerando sospetti. Quando ci si accorge che l’ucciso non era un affiliato ai clan, o non era un pedofilo (voce che venne montata ad arte per le persone più scomode, come il giornalista Pippo Fava a Palermo e il parroco di Casal di Principe don Giuseppe Diana) può essere tardi. Cronisti anche bravi, raccogliendo frasi non smentite in paese dalla polizia o dal sindaco, hanno contribuito a delegittimare e chiudere quelle morti nel silenzio.

Gigi e Paolo sarebbero dovuti andare in Grecia il giorno dopo ed erano in macchina, sotto casa, a guardare una cartina geografica. Sono stati scambiati per due guardaspalle e maciullati dai proiettili. Per errore fu ucciso anche Dario Scherillo. Non se ne parlava facilmente. Sono scene di guerra che in paese si tende a rimuovere. I genitori e i fratelli delle vittime a volte lottano a lungo, ma c’è troppa resistenza all’idea di una violenza così feroce che si porta via dei ragazzi qualsiasi.

Il rap che scongela i morti

“Nessuno ti scorda fratello.“

I “Co’ Sang” (col sangue) sono due giovani cantanti rap di Marianella, accanto a Secondigliano, e anche loro raccontano in dialetto la quotidianità di questi anni. Il pezzo “Polvere in mano” è dedicato alle vittime della faida tra gli scissionisti e i fedeli ai vecchi clan che ha martoriato il nord-napoletano tra il 2004 e il 2005. C’erano anche 2, 3, 4 morti in un solo giorno. I cronisti contavano le ore dopo l’ultima sparatoria e il quotidiano inglese “The Guardian” titolava “Più morti a Scampia che in Iraq”.

Corrono e passano le canzoni alla radio. Parlano di chi è caduto ma vive ancora nelle parole.

“Io parlo dopo che i flash mi sono entrati negli occhi. Dove sto io angeli e diavoli insieme”. La canzone descrive situazioni familiari anche a Roberto Saviano. Si arriva sul posto della sparatoria e si trova una persona non ancora morta, intorno si sentono commenti e persino risate sui dettagli raccapriccianti: chi è, cosa avrà mangiato. I bambini sono in prima fila. Dietro le persiane le persone guardano. Il rione sa già chi morirà poche ore dopo.

“Tutto è esperienza in mezzo a chi ha voltato le spalle alla coscienza. Si è perso il conto dei drammi e delle madri adolescenti”.

Queste canzoni fissano il ricordo terribile dei fatti, ma la rabbia e la memoria addolciscono in qualche modo la sofferenza per queste brevi esistenze che la comunità non ha protetto.

Secondo lo scrittore questi due giovanissimi autori sono diventati interpreti di una generazione.

Resurrezione

Saviano conclude parlando del pericolo che in questo strano e complicato periodo i comportamenti illegali ritornino di serie B nell’informazione, e – comunque la si pensi - non provochino più sussulti. Proprio mentre le inchieste delle procure antimafia stanno accertando diffusi pesanti legami tra la criminalità e il mondo economico e politico (come emerso da indagini sul Caffè de Paris e altri locali del centro di Roma, su un sottosegretario di Stato e sul riciclaggio in una grande azienda come Fastweb).

A proposito delle elezioni, Saviano aggiunge che in alcune regioni del Sud le informative parlano di tariffari: un voto costa 22 euro, tenere un manifesto elettorale per un giorno 1 euro (5 euro con il presidio che garantisce che non venga strappato). Capi palazzo organizzano pulmini per trasportare ai seggi gli anziani. A chi offre il suo voto, invece, probabilmente nessuno dice che il favore che potrà ricevere è poca cosa, che ognuno di noi ha diritto ad avere molto di più, mentre quell’eletto tutto il resto non lo farà. Le ferite e i rischi per la democrazia sono profondi e Roberto Saviano ritiene che ognuno di noi può e deve difenderla.

Alla fine del rap dei Co’ Sang si sentono uno dopo l’altro i nomi degli innocenti ammazzati.

Qualcuno aveva solo 14 anni: Sandro, Lamberto, Annalisa, Francesco, Claudio, Attilio… persone che avevano il diritto di vivere in una terra normale.

Cantano:

Non ti commuovere, non è un pezzo triste

E’ per salutare chi se n’è andato giovane

E’ polvere, non è memoria

La tocchi ancora con le mani

Ti aiuta per la vittoria, scorre nelle cose che fai

Ascoltando Roberto Saviano - e applaudendolo affettuosamente - sentiamo forte il senso che tutti noi, ovunque viviamo, abbiamo il diritto di avere un futuro e un Sud migliore.

Note:

Roma 28 marzo. La conferenza di Roberto Saviano alla Festa del libro nell'Auditorium Parco della Musica.

Per la biografia di Roberto Saviano clicca su http://www.robertosaviano.it/biografia

giovedì 1 aprile 2010

Il dopo...

Il dopo è arrivato leggero, su una brezza un po' amara, ma....tranquilli sto (stiamo) bene, un po' si sapeva, un po' si sperava che le masse razionalizzassero i tempi.
E' orrendo sentire i soliti portavoce-zerbini che vantano e decantano un'ipocrita alleanza solida e storica al Nord. I fascisti truccati di verde parlano alla gente nelle piazze, nei mercati, ascoltano i loro problemi......e sulle loro debolezze e le paura fondano un partito che sta spaccando una nazione. Il democratico censuratore, intanto, continua a sorridere.

E' chiaro...e' palese.....

inizia la ResiSteNzA!


sabato 27 marzo 2010

Elezioni Regionali 2010

Immaginate la famosa scena di Totò nel treno con l'on Cosimo Trombetta, pensate all'effetto radicale e rivoluzionario che potremmo ottenere entrando nelle cabine elettorali ripetendo a denti stretti - " in galera ti mando...in galera ti mando...! "

Mi raccomando... ;-)

venerdì 19 marzo 2010

La Satira-Verità di Greenpeace è amara come il fiele...

sabato 13 marzo 2010

In dolce attesa

E' in questa attesa spasmodica, nel pieno di un countdown elettorale incandescente, nell'ansia che ci prende, nella speranza che abbiamo di vedere finalmente oscurarsi quel sorriso ipocrita, proprio ora, mentre sembra rinascere dalla ceneri un'opposizione pubblica e civile, prima ancora che politica, vorrei vedere brillare un'anima di Sinistra. Che pulsi di valori e di idee, di solidarietà e altruismo, una Sinistra vera, corraggiosa, che porti con orgoglio la bandiera rossa, che si batta, si indigni, sia pronta a una società diversa, a un mondo migliore e a non lasciar cadere nelle tenebre la vera notizia di questi giorni.

"Vi chiedo di essere essenzialmente umani, ma così umani da avvicinarvi al meglio di ciò che è umano, purificare il meglio dell'uomo attraverso il lavoro, lo studio, l'esercizio della solidarietà continua con il popolo e con tutti i popoli del mondo". (Ernesto "Che" Guevara De La Serna)

martedì 9 marzo 2010

Musicalmente No al Nucleare

Greenpeace in azione a Montalto di Castro

a ritmo di musica

sabato 6 marzo 2010

Il Popolo della Libertà (Presunta)

Un popolo libero di essere governato da un corruttore.
Un corruttore in stato di libertà che proclama la libertà come valore fondante delle proprie idee.
Un popolo indotto a credere dalla libera DISinformazione che una legge liberticida è una legge giusta.
Un popolo con delle ministre che come prima fase della loro autodeterminazione politica hanno una prorompente necessità di proclamarsi intelligenti anzichè belle.
Un popolo libero di NON scegliere il nucleare e di credere che durante le elezioni, nella loro regione, il nucleare non serva.
Un popolo libero di dare un taglio al precariato della forza lavoro della mafia con un ponte inutile.
Un popolo libero, liberissimo, di farsi privatizzare anche l'acqua.
Un popolo libero, ma per sfacciata volontà politica già relegato a zone di padani, ladroni e terroni
Un popolo di libertà indotto a credere che gli intrattenitori televisivi di bassissimo profilo siamo Artisti.
Un popolo con la libertà di assecondare le esclusioni dai festival da chi è moralmente in errore, ma che può scegliere liberamente col proprio telefono chi sarà il vincitore, magari un principe dagli occhi azzurri.
Un popolo libero che non si preoccupa più dell'educazione dei propri figli da quando la scuola è passata ad un regime piu' duro.
Un popolo che ha la libertà di giudicare e giustiziare gli stranieri

e poi c'è un popolo, di brava gente, tappata in casa ad aspettare un lavoro, una speranza, o forse, che prima o poi passi anche questo.

sabato 20 febbraio 2010

A.A.A. Serenità Cercasi Disperatamente

Non riesco nemmeno a finirle di leggerle, nè ad assimilare quei pochi contenuti che butto giu' di certe stupidissime notizie, dichiarazioni e fatti degli ultimi giorni. Mi manca la serenità per incamminarmi in un'analisi precisa, in una sintesi che racchiuda le mie idee e mi spinga a una riflessione critica. Peccherei di poca attenzione, sarei vago e, sinceramente, per dirla tutta, mi sentirei ripetitivo.
Forse è questo che manca nell'ultimo periodo nel circondario del nostro Paese, la serenità di riflettere sul brodo che, quotidianamanete, cala giu' come pioggia. Ingoiamo assurdità e aspettiamo di digerirle. Ciclicamente. Quasi all'infinito. Al punto che poi le dimentichiamo e quando ci vengono riproposte, ricominciamo il processo di metabolizazzione tranquilli sul fatto che tanto, prima o poi, vanno giù.
Per i prossimi giorni mi difendero' col silenzio e la commozione che mi ha regalato questo video:

martedì 16 febbraio 2010

Il Santo e il Messia...

L'aureo disegno di due angeli del bene è stato distrutto. Ancora loro: i giudici eretici...i luciferini in toga .....i demoni dell'ingiustizia ....hanno scatenato l'apocalisse.
Chi salverà ora il Santo e il Messia ? Chi li difenderà dall'odio e dalle intercettazioni? .....Chi giustificherà i loro amici nelle prigioni del male ?

A mio avviso sono da non perdere le prossime puntate dell'avvincente horror "Protezione Civile Spa"

...

A me Bertolaso ha sempre dato l'impressione dell'inverso di un capro espiatorio:
uno che non doveva addossarsi colpe ....ma meriti....per fatti che nella realtà sarebbero state scomode verità: la spazzatura di Napoli ....appaltata alla camorra, la ricostruzione (di chi???) dell'Aquila ....ecc.









martedì 9 febbraio 2010

Odio o non odio....

Saro' additato come un perpetratore d'odio se dal profondo dell'anima mi scappa un : "...e chi se ne frega...! " ??? Per una notizia così.

sabato 6 febbraio 2010

Naufragi

E' facile allontanarsi per un pò dai propri pensieri, dalle proprie idee, restare a guardare cosa accade e non esprimersi su nulla. Stare zitti. Tacere. Fino a soccombere quell'esplodere che ti scatta dentro, ogni volta che la menzogna, la falsità, la banalità che ci circonda irrompe nei tuoi occhi e penetra i canali audio di un sistema nervoso ormai saturo.
E' facile naufragare, lasciarsi perdere, per sperare che non sia vero, che non l'abbiano detto sul serio, non l'abbiano fatto.
Sarà il senso di responsabilita', l'istinto che scatena quella voglia matta di un mondo migliore, sarà la voglia di gridare, saranno le onde del mare.....alla fine poi torni ...e ricominci a "pensare".

Firmiamo l'appello

Ricominciamo a parlare di un'alternativa sociale a questo sistema basato sul profitto e lo sfruttamento.

Date pure del "vecchio" e del "marcio" a chi vuole (ancora) promuovere l'interesse privato sui beni primari e comuni.

Scansiamo con disinvoltura gli "zero parlanti" di Canale 5

Ricominciamo a riconoscere di nuovo il profumo della parola "libertà". Dobbiamo riuscirci ora, che ci hanno intasato le narici di un oppio qualunquista e di luoghi comuni. Ricordate ? La libertà si basa sul rispetto e vive di passione, di coerenza. Gli interessi di una classe sociale, di un gruppo economico o politico, o di un individuo sono meramente interessi. Null'altro.

Non abbiamo nemici in casa nostra, solo una società da rinnovare.

Non abbiamo una Giustizia giusta e una ingiusta. Abbiamo solo delle leggi.

...

E' certo

ce la faremo.

venerdì 15 gennaio 2010

Terremoto ad Haiti: Devolviamo una speranza

Medici Senza Frontiere: carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25; bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000; conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti; on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it.

Caritas italiana : Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: – UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119 – Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma – Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012 – Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 – CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001.

la Croce Rossa Italiana ha attivato i seguenti canali: C/C BANCARIO n° 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono: IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO EMERGENZA HAITI. Conto Corrente Postale n. 300004 intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma c/c postale n° 300004 Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004 Causale: Causale PRO EMERGENZA È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI all’indirizzo: http://www.cri.it all’atto della scelta del progetto selezione “Pro emergenza Haiti”.

Unicef: c/c postale 745.000, causale: `Emergenza Haiti´; – carta di credito online su www.unicef.it, oppure chiamando il numero verde UNICEF 800745000; – cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”; – i comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia (elenco sul sito-web www.unicef.it).


lunedì 11 gennaio 2010

La violenza invisibile


Gli invisibili non potevano che essere vittima di una violenza invisibile ben concimata da un Governo invisibile in una città fino ad oggi invisibile.
L'unica cosa veramente visibile era il precariato a buon mercato, per il quale gli imprenditori hanno avuto buon fiuto.
Questi ragazzi non sono un forza lavoro, ma una nuova funzionale schiavitù del sistema agroalimentare italiano.
Sentire di tanto in tanto parlare di lotta al lavoro nero al Sud , come ora, è davvero disgustoso.
Com'è disgusto parlare di burocrati permessi di soggiorno, chiamiamoli "italiani", perchè lo sono, perchè lo meritano, perchè lavorano.


martedì 5 gennaio 2010

Buon anno ...

Un augurio, una speranza, una bella canzone-poesia...poi il mare, poi il sole, tutte le cose più belle per questo nuovo anno che ci aspetta..

La mia isola (guarda il video)

forse il destino della gente è quello di viaggiare sempre e di non fermarsi mai
ogni giorno andare in posti sconosciuti in cui non siamo stati mai
è così che mi sento anch’io
con lo zaino in spalla io
guardo lontano e vado via

forse in un porto con un forte odore di gasolio indeciso mi fermerò
guarderò il mare studierò il vento salirò a bordo poi di sicuro io salperò
sai come mi sento io
con una mela in tasca io
guardo le stelle e vado via

tra le onde di una tempesta stringerò i denti ma di sicuro ce la farò
poi solo mare poi sole e sale la prua a ovest verso il tramonto navigherò
è così che mi sento io
x solo pane e acqua io
guardo il cielo e vado via

verso una terra di ombra e di sole azzurro e arancione il cielo che mi aspetta là
vento dolce lino e cotone voci lontane sere di stelle le vedo già
ecco come mi sento io
apro gli occhi io
e vedo la mia isola

ecco come mi sento io
apro gli occhi io
ecco la mia isola

terra di metri poco quadrati angoli smussati poco appuntiti la bacerò
l’abbraccerò
terra di tempo poco preciso poco scandito poco contato l’abbraccerò
la bacerò
ecco come mi sento io
apro gli occhi io
ecco la mia isola