Fa rabbia accorgersi che certi atteggiamenti stanno diventando abitudini. Vere e proprie regole di condotta di furbi politicanti sotto mentite spoglie di imprenditori illuminati.
Fa rabbia sapere che prima o poi correggeranno le loro dichiarazioni, ma intanto hanno "mediaticamente" detto quello che pensavano, correggerlo o meno è solo una formalità.
Fa rabbia sapere che la prospettiva politica di questi timonieri di Stato è una sistematica caccia ai capri espiatori: gli statali, gli immigrati, gli zingari, i pm (!!!).
Fa rabbia leggere certe cose e rendersi conto che questo post-fascismo in giacca e doppio petto è in una fase bulimica: le seducenti metamorfosi del Presidente della Camera, a quando la foto con accanto una contadina che lavora il grano? E poi i "giri di vite" del Ministro Brunetta ... boccate d'ossigeno per i nostalgici.
Fa rabbia pensare che stanno solo divorando le meningi e attentando le capacità cognitive di un popolo, che ancora non si è reso conto di essere in balia di una lotta per la sopravvivenza.
No, non parlo di pasti caldi, non parlo di tetti e nemmeno di salari (che seppur bassi continueranno ad esserci), ma della sopravvivenza della propria identità.
Quando la reazione ad una vita stressante e frenetica, figlia delle massimizzazioni aziendali e del consumismo a credito, si traduce in paura di chi ci passa accanto, paura che un collega possa lavorare di meno noi, paura che non si punisca duramente un reato , paura di diventare l'ultimo di una piramide sociale, allora si è perso qualcosa di se stessi. Qualcosa di antico, di profondo, legato al nostro sentimento più intimo nei confronti della vita: la libertà.
Da reietto della politica, da comunista quale sono, vorrei sapere come mai si stanno studiando tutte le modalità possibili per punire quelli che lavorano troppo poco e non viene mai vagliata la possibilità di punire quelli che fanno lavorare troppo?
Ho lavorato per 6 anni, 10 ore al giorno e me ne retribuivano 8.
Ho una naturale propensione politica per una giustizia uguale per tutti.
Davvero riuscireste a farmene una colpa?
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