venerdì 30 ottobre 2009
giovedì 29 ottobre 2009
venerdì 23 ottobre 2009
Disordine interiore, ma ordine nel paese.
Non ho ben capito se temono un attentato o si pregiano di essere vittime?
Non sarà facile spaventare, educare, controllare e giustiziare tutti.
Mi metto al riparo, sotto le note di Preso Blu:
sabato 17 ottobre 2009
Al via i lavori...
e mentre i pochi rivali (si fa per dire) parlamentari che si ritrova assoldano killers, lui prepara terreno fertile per i pezzi grossi.
Esprimo tutto il mio dissenso per un'opera che non è solo uno scempio, ma anche un regalo per la criminalità.
NO AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
1
L’opera costa 6,1 miliardi di euro ma oggi il Governo ne rende disponibili 1,3 che servono per costruirlo, 800 milioni di euro in meno di quanto venne destinato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina SpA. Chi mai metterà gli altri 4,4 miliardi di euro ?
2
Il costo dell’opera è di 2,2 miliardi di euro in più di quello con cui è stata vinta la gara (6,1 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi di euro del maxiribasso presentato da Impregilo). Non è chiaro come lo Stato pensi di affrontare la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo.
3
Non risulta che siano stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km (nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo) e di gestione di un’opera, concepita per 100.000 veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 prevedono solo 18.500 vetture al giorno.
Nell’attuale situazione di gravissima crisi economica e di aumento consistente del debito pubblico, lo Stato decide di immobilizzare 1,3 miliardi di euro di fondi pubblici proprio quando: RFI sta smantellando progressivamente il servizio di traghettamento tra la Sicilia e il continente; i cantieri della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria come anche quelli della SS106 Ionica non vanno avanti per mancanza di fondi, per progettazioni sbagliate e per l’ipoteca della criminalità organizzata. Per mesi Reggio Calabria non è stata raggiungibile in treno e la linea litoranea si è dovuta attestare a Lamezia Terme, a causa di una frana che l’aveva interrotta.
Le reali priorità sono:
Il rilancio del traghettamento dello Stretto e lo sviluppo razionale di un sevizio pubblico locale di “metropolitana del mare” per i pendolari delle due aree urbane di Reggio Calabria e Messina, il completamento dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria e della SS106 Ionica, in un contesto di forte controllo e vigilanza degli organi dello Stato contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, e dei collegamenti stradali tra Catania, Siracusa e Gela; la riorganizzazione dei nodi ferroviari di Villa San Giovanni e Messina e il potenziamento, sul versante calabrese, della linea litoranea tirrenica tra Battipaglia e Reggio Calabria, e delle relazioni tra questa Taranto e Bari e, sul versante siciliano, delle linee ferroviarie di collegamento tra Catania, Messina e Palermo.(Fonte WWF Italia)
lunedì 12 ottobre 2009
South of the border
Lula da Silva, Cristina Kirchner e suo marito Nestor, Rafael Correa, Fernando Lugo, Raul Castro e soprattutto Hugo Chavez.
Il perchè di questa scelta cinematografica ce la spiega lo stesso Stone in un'intervista a Gianni Minà: "Molti dei paesi latinoamericani che hanno recentemente conquistato un’indipendenza reale sono scorrettamente indicati da settori del nostro governo e da parte della stampa miserevolmente asservita come “non democratici”, perchè le loro nuove scelte economiche e politiche nuociono ai nostri interessi. Tutto questo è insopportabile e bisogna avere la forza di denunciarlo”.
Chavez ha ad esempio iniziato ad operare per il rafforzamento dell'OPEP (l'Organización de Países Exportadores de Petróleo; ovvero l OPEC), anche grazie al miglioramento delle relazioni diplomatiche con tutti i paesi membri. A livello continentale Chávez domanda un'integrazione dei paesi latino-americani da effettuarsi anche mediante l'ALBA (Alternativa Bolívariana para América Latina y el Caribe) costituita in contrapposizione all' ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe) voluta dagli USA. Ma pare più che evidente che l'amicizia tra Venezuela e Cuba (che vede ad esempio lo scambio tra la fornitura di petrolio venezuelano a prezzi vantaggiosi ed il supporto della competenza medica cubana nell'ambito dei piani di miglioramento delle condizioni sanitarie del Venezuela ed altri paesi sudamericani) viene vista con sospetto dagli Stati Uniti ed utilizzata dall'opposizione per discreditare Chávez.
Stone si aggiunge quindi al filone dei registi che si spingono "oltre", fino a sostituirsi al lavoro che un tempo era svolto da giornalisti e saggisti, come ad esempio Michael Mooore e Soderbergh (che ha recentemente ricostruito e smentito tutte le invenzioni montate ai danni di Ernesto "Che" Guevara).
I media italiani hanno ignorato il perchè della presenza di Hugo Chavez, arrivando a titolare cose come "Il feroce caudillo venezuelano, ospite del regista Oliver Stone, che lo celebra in un film e dimentica la ferocia del regime”. Eppure sarebbe ora di chiedersi quali sono realmente questi eccidi commessi da Chavez.
Riporto di seguito quanto indicato da Minà a proposito di Chavez: " [...] è il protagonista di un percorso politico che lo ha visto prevalere dodici volte in altrettante consultazioni elettorali o referendarie negli ultimi undici anni. E’ un dato, questo, che per chiarezza dovrebbe tenere in conto anche una parte della sinistra italiana, prevenuta sulla politica del presidente venezuelano, malgrado i successi sociali che gli organismi internazionali gli riconoscono. Una volta Gad Lerner ha detto in tv “Chavez non ci piace”. Giudizio legittimo, che però suggerisce una domanda: il voto è forse uno strumento che vale solo quando vince il candidato che ci piace?
Non sono stati denunciati brogli alle ultime elezioni in Venezuela ben controllate dagli Stati Uniti nella persona dell'ex presidente Jimmy Carter.
Quando, nell’aprile del 2002, con l’appoggio del governo Bush e della Spagna di Aznar, l’oligarchia locale e perfino parte della Chiesa tentò il colpo di stato contro il suo governo democraticamente eletto, nelle ore drammatiche di quell’accadimento, le TV, per il 95% in mano all’imprenditoria privata, ostile a Chavez, incitavano all’eversione o, nel migliore dei casi, con nessun rispetto per i cittadini, trasmettevano cartoni animati.
Poi, nel tempo, le licenze di molte emittenti televisive e radiofoniche sono scadute e, come sarebbe successo negli Stati Uniti e ovunque, a quelle che incitavano all’eversione e all’assassinio del presidente, il permesso non è stato rinnovato. Eppure il 90% delle emittenti è rimasto, in Venezuela, in mano all’opposizione.
venerdì 9 ottobre 2009
giovedì 8 ottobre 2009
Proviamo con la calma
Proviamo allora con la massima calma e in modo sereno, a spiegargli che:
- la Repubblica non è un'azienda
- lo Stato non è un albergo a ore
- le cariche istituzionali non sono abiti per trasformarsi in Super Man
- la legge è (o dovrebbe, se lui permette di svolgere il proprio lavoro anche agli altri) uguale per tutti
- l'Italia è una nazione e non uno studio televisivo di Canale 5
- la minoranza non è una debolezza (cito Niccolò Fabi)
- la maggioranza non è una qualità (cito Niccolò Fabi)
- la dignità è un valore morale
- dimettersi non è una condanna a morte
- la condanna a morte in Itala è stata abolita
e infine
- l'Italia deve uscire da una crisi e non ha fretta di eleggere il proprio Nobel per la Pace
Forse piano piano, poco a poco, si convince.
Sono fiducioso.
mercoledì 7 ottobre 2009
Fiorello salva tutti
Un autunno freddissimo
Ma in Sicilia non era il più amato?
Di oggi la sentenza che assolve Mortola e De Gennaro per le incursioni alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001. Ma allora chi è stato a dare gli ordini?
E' un autunno glaciale e non per la mancanza di sole.
Speriamo ci rassereni la sentenza sul "Lodo Alfano" della Corte Costituzionale che per adesso tarda ad arrivare.
domenica 4 ottobre 2009
Il ritorno d'Autore
Attualità, politica, e l'amore cantati a modo suo. Ma non è tutto, anche la poesia trova spazio in questo disco, come ad esempio l'ultimo degli 11 brani, "16:9": che racconta la storia di una ragazza disoccupata in cerca di clienti per un lavoro precario.
Potremmo criticare la scelta, più adatta ad un veterano delle vendite, di offrire una traccia dell'album solo su i-tunes:"Il bombarolo" di De Andrè, con Stefano Bollani al pianoforte.
Ma se poi sfogliando i testi delle canzoni leggiamo: "...alle vere leggende la morale non serve, è sempre meglio un pò di libertà...", allora possiamo perdonargli anche quello.
300.000 farabutti
"...la liberta' per cui stiamo combattendo e' la serenita' di raccontare, senza che il proprio privato sia utilizzato come un'arma per far tacere chi lavora..."
Il mio plauso all'intervento di Saviano alla manifestazione del FNSI di ieri a Piazza del Popolo a Roma